Libro, scrittura e testualità per quasi quindici secoli sono stati visti come qualcosa di indissolubile, alla base della produzione, disseminazione e conservazione della conoscenza. A ciò ha contribuito negli ultimi cinquecento anni la rivoluzione gutenberghiana, caratterizzata da una natura sia tecnologica sia culturale. A partire dalla seconda metà del Novecento, un'altra rivoluzione ha mostrato come ciò che sembrava un sistema monolitico fosse in realtà organico e scomponibile. La diffusione dello strumento computazionale e delle reti telematiche ha messo in evidenza il carattere composito dell'oggetto libro, accelerando e inglobando al tempo stesso il processo di moltiplicazione dei supporti mediatici e informativi. All'interno di un panorama stratificato e complesso, questo volume individua e analizza le forme più significative assunte dalla testualità nel passaggio dal libro al computer. Un'attenzione particolare è rivolta alle pratiche e agli scenari centrali nelle digital humanities, in quanto applicazione dei modelli e delle tecnologie computazionali al patrimonio culturale.